venerdì 1 maggio 2015

"La gioia avvenire", una poesia di Franco Fortini

Nacho Criado, "Agentes Colaboradores" Madrid 2012 Parque del Retiro
Voglio riproporre qui questa poesia di Franco Fortiniintellettuale emblematico della nostra storia recente: la ritengo adatta al nostro tempo, sia in senso stagionale che in senso metaforico. 

Fortini affronta in questi versi la tematica della primavera e quella del cambiamento, visto come rivoluzione, come crisi inarrestabile del presente investito dal futuro e travolto dalle forze del mutamento, percepito come fonte di angoscia ma anche di gioia: la "gioia avvenire". 

La gioia avvenire

Potrebbe essere un fiume grandissimo
Una cavalcata di scalpiti un tumulto un furore
Una rabbia strappata uno stelo sbranato
Un urlo altissimo

Ma anche una minuscola erba per i ritorni
Il crollo d’una pigna bruciata nella fiamma
Una mano che sfiora al passaggio
O l’indecisione fissando senza vedere


Qualcosa comunque che non possiamo perdere
Anche se ogni altra cosa è perduta
E che perpetuamente celebreremo
Perché ogni cosa nasce da quella soltanto

Ma prima di giungervi

Prima la miseria profonda come la lebbra
E le maledizioni imbrogliate e la vera morte
Tu che credi dimenticare vanitoso
O mascherato di rivoluzione
La scuola della gioia è piena di pianto e sangue
Ma anche di eternità
E dalle bocche sparite dei santi
Come le siepi del marzo brillano le verità.


Dalla raccolta FOGLIO DI VIA E ALTRI VERSI
EINAUDI 1946-1967