lunedì 14 marzo 2022

Pietro Contrucci e la lapide del Pian Di Scalino

La lapide del tabernacolo del Pian di Scalino

Salendo per la strada che dalla villa del Barone conduce alla Rocca di Montemurlo, poco dopo aver incontrato la bella sorgente del Fosso del Pian di Scalino, ci si trova a passare davanti a un tabernacolo abbastanza dimesso, di aspetto ottocentesco; sulle vecchie carte del territorio montemurlese portava il nome di Tabernacolo di Santa Lucia. 

Alla base della struttura, una lapide ci informa di una dipartita, quella di Ferdinando Pierattini, che morì improvvisamente proprio in questo luogo la sera di una domenica di centodiciassette anni fa, il 14 di maggio del 1905. Probabilmente abitava nella casa che adesso ospita l'agriturismo "San Giorgio" e che fino al 1935 era conosciuta come "Il Pierattino", proprio perché abitata dalla famiglia omonima.

Le ultime tre linee dell'iscrizione, però, sono di tenore assai diverso dalle precedenti. In poche parole, nitide e secche, la lapide ci avverte:

"voi che sprezzate i giudizi umani, temete Dio"

Un lampo, un dardo dritto nell'anima. Una simile asciuttezza di termini - poche parole ma definitive - dànno l'idea di una freccia che colpisce in pieno il bersaglio: e il bersaglio siamo noi, viandanti antichi e moderni, che ci scopriamo nudi, davanti a quest'edicola a riflettere sulla transitorietà della vita, su quanto sia provvisorio ciò che crediamo definitivo e su come sia fragile il terreno su cui muoviamo i nostri passi.

Simili epigrafi erano tipiche della miglior cultura ottocentesca, che pur scolorendo nel Novecento manteneva intatta la sua presa: e uno degli epigrafisti più celebri - in ambito toscano e non solo - era stato l'abate Pietro Contrucci, nato a Piteglio nel 1788 da famiglia umilissima, per formazione e temperamento giansenista e liberale. Per tutta la vita, sebbene facesse convintamente parte del clero, cercò di promuovere la causa dell'unificazione e dell'indipendenza italiana.

Rifacendosi alla tradizione latina, Pietro Contrucci fu un prolifico scrittore di epigrafi, che raccolse più volte in volume. Quella incisa nella lapide di Pian di Scalino si trova nelle Opere Edite e Inedite, stampate a Pistoia nel 1841: il libro si può leggere anche in Rete, basta cliccare sul link.