Ottanta anni fa, in piena Seconda Guerra Mondiale, con il proprio Paese invaso e un destino cupo che si prospettava, Paul Éluard scrisse forse la poesia più significativa della sua vita. Voleva essere un inno a ciò che di bello è nella nostra esistenza: voleva raccontare per cosa è giusto vivere e a volte anche morire.
Noi, figli di un'epoca ovattata e ipocrita, abbiamo smarrito il senso del sacrificio: ci siamo illusi di poterci nascondere in un angolo, fuori vista, senza farci carico delle nostre responsabilità, sfuggendo agli eventi. Ma non si può scappare dalla realtà: l'unico modo per risolvere i problemi di quest'epoca incerta e burrascosa è affrontare apertamente le avversità per superarle con le armi della consapevolezza e dell'impegno.
Io so che torneremo ancora a credere in ciò che siamo e saremo, piuttosto che in ciò che abbiamo o che vorremmo avere. Torneremo a credere negli ideali: perché abbiamo bisogno di speranza, abbiamo bisogno di giustizia, abbiamo bisogno di libertà.
Libertà
Su i miei banchi e gli alberi
Su la sabbia su la neve
Scrivo il tuo nome
Su ogni pagina che è bianca
Sasso sangue carta o cenere
Scrivo il tuo nome
Su le armi dei guerrieri
Su la corona dei re
Scrivo il tuo nome
Su i nidi su le ginestre
Su la eco dell’infanzia
Scrivo il tuo nome
Sul pan bianco dei miei giorni
Le stagioni fidanzate
Scrivo il tuo nome
Su lo stagno sole sfatto
E sul lago luna viva
Scrivo il tuo nome
Su le ali degli uccelli
E il mulino delle ombre
Scrivo il tuo nome
Su le onde su le barche
Su la montagna demente
Scrivo il tuo nome
Su i sudori d’uragano
Su la pioggia spessa e smorta
Scrivo il tuo nome
Le campane dei colori
Su la verità fisica
Scrivo il tuo nome
Su le strade dispiegate
Su le piazze che dilagano
Scrivo il tuo nome
Sopra il lume che si spegne
Su le mie case raccolte
Scrivo il tuo nome
Dello specchio e della stanza
Sul mio letto guscio vuoto
Scrivo il tuo nome
Su le sue orecchie dritte
Su la sua zampa maldestra
Scrivo il tuo nome
Su gli oggetti familiari
Su la santa onda del fuoco
Scrivo il tuo nome
Su la fronte dei miei amici
Su ogni mano che si tende
Scrivo il tuo nome
Su le labbra attente
Tanto più su del silenzio
Scrivo il tuo nome
Sopra i miei fari crollati
Su le mura del mio tedio
Scrivo il tuo nome
Su la nuda solitudine
Su i gradini della morte
Scrivo il tuo nome
Sul pericolo svanito
Su l’immemore speranza
Scrivo il tuo nome
Ricomincio la mia vita
Sono nato per conoscerti
Per chiamarti
Libertà.
Traduzione di Franco Fortini
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