domenica 18 aprile 2021

La Terra Follona di Galceti

Lago di Galceti 
Quando si pensa a Galceti si pensa in genere al laghetto, al Centro di Scienze Naturali e al Parco di Villa Fiorelli. Luoghi tutti di costanti frequentazioni da parte dei pratesi, che almeno dalla fine dell'Ottocento li elessero come méta delle loro passeggiate: luoghi di svago e villeggiatura ante litteram che ancora oggi mantengono una notevole attrattiva sui cittadini.

Ma il laghetto che tutti conosciamo - un po' decaduto dall'antico rango di meta domenicale di escursioni e passeggiate - ha per così dire le proprie radici in una particolarità del terreno di questa zona del Monteferrato, ricco di una particolare argilla, detta smectica e definita in antico terra da follone o terra follona.

Questo tipo di argilla, nata dalla degradazione delle rocce del Monteferrato, ha la caratteristica di rimuovere le impurità e i grassi dalle lane, facilitando in questo modo il processo di infeltrimento del tessuto. Questa proprietà ovviamente non è esclusiva dell'argilla di Galceti: argille simili - dette montmorillonitiche dal nome di un minerale che le caratterizza - erano conosciute ed adoperate fin dai tempi dei Romani nella lavorazione dei tessuti di lana.

Lago di Galceti 
Il processo in cui queste argille erano usate prevedeva che i tessuti fossero messi in una tramoggia con la terra follona, abbondantemente spruzzati d'acqua calda e battuti, sfregati e torti, sia manualmente con un pestello a mano, sia meccanicamente con magli azionati dalla forza dell'acqua in gualchiere come quella di Coiano, di origine medievale, rimasta in esercizio fino a pochi decenni fa.

Questo procedimento serve a infeltrire le lane e follare i panni rendendoli impermeabili compattandoli, e continua a essere utilizzato anche oggi - usando macchinari industriali - per effettuare lavorazioni particolari e per la produzione di tessuti storici come il panno casentino o il loden.

Il laghetto di Galceti nasce per l'appunto da una serie di antiche estrazioni della terra follona, abbondante in questa zona del Monteferrato a causa della forza dilavante delle piogge, che qui avevano creato dei depositi di argilla smectica, sfruttati fin dal XII secolo. In passato gli scavi interessavano superfici più ampie, e l'attività di estrazione dell'argilla aveva portato alla nascita di vari bacini d'acqua, di cui il laghetto di Galceti costituisce attualmente il relitto più significativo.

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