giovedì 18 marzo 2021

La prima "guida turistica" delle Alpi Apuane

Frontespizio dell'opera

Noi tutti, frequentatori dei poggi pratesi - iscritti e non al Club Alpino Italiano - siamo abituati a pensare a Emilio Bertini come al precursore dei moderni escursionisti che percorrono i nostri sentieri, che già nell'Ottocento prefigurò gli sviluppi del "turismo a piedi" alla scoperta delle meraviglie della natura che ci circonda.

In realtà il peraltro benemerito Bertini era solo un continuatore - seppure di notevole livello - di una tradizione di riscoperta della natura e del territorio toscano di impronta "scientifica" che si era avviata già alla fine del Settecento come effetto collaterale del Secolo dei Lumi e della Rivoluzione Francese che ne era scaturita.

Uno dei precursori di Emilio Bertini fu un carrarese, Emanuele Repetti, che nacque, terzo di dieci figli, il 3 ottobre 1776 a Carrara da Giovanni Battista - ligure originario di Chiavari - e Anna Maggini. Personaggio dai molteplici interessi fece "per campare", diremmo oggi, il farmacista. A Firenze, ovviamente, ché nella sua Carrara non c'erano sbocchi per un ingegno come il suo.

Oltre che preparare farmaci e medicamenti, Emanuele Repetti si interessava moltissimo di viaggi e geografia, tanto da pensare fin da giovane, sull'esempio degli Enciclopedisti francesi, a una sorta di Dizionario che raccogliesse tutte le notizie interessanti e anche utili della Toscana in cui viveva: e per cominciare decise di fare una prova, scrivendo dei luoghi che conosceva maggiormente. Ovvero dei monti sopra la sua Carrara, le "dirupate balze" delle Alpi Apuane.

Ritratto di Emanuele Repetti

Tra il 1813 e il 1819 compì una serie di viaggi per esplorare approfonditamente i luoghi e raccogliere spunti per la sua ricerca, che alla fine si concretizzò in un libretto di più di 200 pagine. Era incentrato prevalentemente sull'industria di maggiore importanza di quei luoghi, l'estrazione del marmo: punteggiata però di interessanti dettagli paesaggistici e di suggerimenti di visita che rendono ancora oggi l'emozione del Repetti davanti alle "sue" montagne.

L'operetta si intitolava "Sopra l'Alpe Apuana ed i marmi di Carrara: cenni di Emanuele Repetti" e fu stampata a Fiesole nel 1820, più di duecento anni fa. Ne cito un passo rivelatore:

"La profondità di quelle gole, che si succedono quasi parallele le une alle altre offre all'immaginazione l'idea di un mare tempestoso, i cui flutti sollevati rimasero impietriti. A proporzione che si discende, le pendici veggonsi coperte da una sottile crosta di marna proveniente dalla decomposizione di quella massa calcarea. Ivi principiano a trovare alimento faggi, carpini, ontani, cerri, querci etc., e nella regione inferiore selve rigogliose di castagni, quali somministrano a quelle frugali borgate il vitto per una parte dell'anno".

Il libro ricevette favorevoli recensioni sia dagli scienziati italiani che stranieri, e fu di fatto la prima opera a descrivere abbastanza compiutamente il mondo apuano, a partire dalla sua geologia e morfologia per proseguire con la sua peculiare industria marmifera ed estrattiva senza dimenticare le radici storiche dei territori. Una (quasi) guida turistica ante litteram...

Per chi volesse saperne di più - e grazie a Google - il libro è leggibile sul web liberamente e lo trovate gratuitamente qui

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